Almeno secondo mia nonna.
Quando si è approcciata al ricamo, mia nonna Maria ora ottantaseienne, era a malapena un'adolescente. Dopo il duro lavoro nei campi, la sera metteva in pratica i rigidi insegnamenti delle suore alla luce fioca di una candela, nascosta in bagno, all'insaputa dei miei bisnonni che non potevano permettersi di sprecare la cera. Era il 1942.
Foto via AprilandMay |
Ricordo di aver trascorso la mia infanzia nella sua casa stracolma di giovani apprendiste e ricamatrici ambiziose, determinate a padroneggiare l'arte dell'ago e filo.
Questa tradizione artigianale si tramanda nella mia famiglia da sempre. Il mio albero geneanolico figura, infatti, una vera e propria dinastia di talentuose artigiane, api operaie che hanno dedicato molto del loro tempo e fatica alla realizzazione di queste preziose opere d'arte ormai tanto rare. E sebbene a prima vista sia sembrato che non avrebbero potuto scegliere un soggetto più ingrato su cui riversare la loro generosità, il tempo ne ha dimostrato la saggezza.
Anticonformista, progressista, allergica alle tradizioni, a 32 anni sono arrivata a nutrire la più profonda ammirazione per questi tessuti. In ogni filo, in ogni punto perfetto non riesco a non rivederci splendidamente intarsiate le donne della mia vita: tre generazioni che si scontrano e si sostengono l'una sull'altra da sempre.
Nessun commento:
Posta un commento